Incastonata nella valle del torrente Vezza, la Tenuta Santirossi si estende nell'area di un'antica riserva di caccia appartenuta al conte Sante Rossi. Donata all'ordine dei monaci trappisti, divenne sede di un eremo e fu convertita nel corso dei secoli ad uso agricolo, dando sostentamento alle famiglie di Vitorchiano che vi trovarono rifugio durante la guerra.

Una leggenda locale vuole che il nome derivi da un insediamento di cavalieri templari, denominati “frati rossi”, che presidiavano il confine tra Tuscia Longobarda e Tuscia Romana, costituito proprio dal fiume Vezza.

Testimoni di un passato tra mito e realtà, le vestigia di una torre etrusca che sorge nella proprietà collocano la Tenuta entro il complesso di fortificazioni militari edificate lungo il corso della Vezza a difesa delle grandi vie di comunicazione dell'antichità che qui transitavano: la via Ferentana in età etrusco-romana; la via Francigena in epoca longobarda e carolingia.

Oggi il terreno comprende quindici ettari di bosco ceduo e noccioleti biologici, disseminati di pittoreschi artefatti che testimoniano il millenario rapporto d'amore che ha legato gli abitanti storici al proprio territorio.

Cuore pulsante della Tenuta Santirossi è l'antico casale, circondato da una schiera di rigogliosi allori che permeano l'aria con il loro profumo di tesori nascosti. Ristrutturato nel rispetto dello spirito originario del luogo, ne conserva integra l'atmosfera fiabesca tipica della Tuscia.

Nei cortili esterni, i massi tufacei ricoperti di edera e muschio riverberano dell'incanto del passato.

Al piano terra, gli ampi saloni, arredati con mobili d'epoca e finiture di pregio, mettono in scena lo stile sobriamente raffinato di una residenza di classe.

Le camere da letto sono situate ai piani superiori, nella parte più antica del casale.